…e anche l’ultima?

maggio 13th, 2010 | Posted by dokk in Ungheria - (2 Comments)
É quello che ho pensato dopo aver scritto questo articolo.
Il perché é presto detto: arrivato a Praga la carta di credito non funzionava. Il cambia valute non la riconosceva, i vari sportelli di prelievo nemmeno la accettavano.
Cosi’ avevo cambiato un pó di contanti, giusto per arrivare a Bratislava e provare li’. Ma ovviamente il risultato era lo stesso: una dozzina di sportelli, ma niente.
La mia banca mi aveva detto che nei paesi appartenenti all’UE non sarebbe dovuto esserci alcun problema, ma evidentemente c’era.
E dipendeva dalla mia carta: smagnetizzata, probabilmente in aereoporto a Bergamo. Alla faccia del “credit card safe”.
Cosi’ avevo contattato l’ufficio consolare italiano a Budapest, che, in via del tutto eccezionale, oltremodo al di fuori del suo campo di impiego, mi ha permesso di ricevere una nuova carta al loro indirizzo.
Di questo li ringrazio vivamente, in particolar modo la signora Trad, davvero gentile e disponibile.
Senza il suo supporto il mio viaggio sarebbe stato in grave pericolo.
Grazie davvero.
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Eger

maggio 11th, 2010 | Posted by dokk in Ungheria - (6 Comments)

Eger é una cittadina molto gradevole, con vari monumenti in stile barocco e classico. Vicino al raccolto centro storico si trovano il castello, piuttosto notevole e ben curato, e il mercato.
Nei suoi pressi si trova la Szépasszony-völgy, cioé la “valle della bella donna”, nome di cui non si sa l´origine, famosa per i suoi vini.
Cosi’, dopo circa 20 / 30 minuti di cammino, mi ritrovo in una stradina, in mezzo al verde, costeggiata di cantine (ne sono state contate circa 200). E mi fermo davanti ad un cancello, cercando di capire se il posto é chiuso oppure no. Poco dopo arriva il prorietario, Jószef, un signore oltre i cinquanta che mi invita ad entrare, pur essendo chiuso.
Chiedo un bicchiere di rosso, merlot e sauvignon, mi dice, molto buono; nel frattempo lui si siede con me e beve un rosé.
Iniziamo a chiacchierare, mentre é evidentemente inebriato dal suo vino. Quando finisco gli chiedo di provarlo. Quasi mi riempe il bicchiere: lo annuso, lo sorseggio. É davvero eccezionale. Un rosé profumatissimo, corposo, 13,2° di alcool.
Dopo quasi un´ora di piacevole conversazione misto tedesco-inglese-italiano durante la quale mi dice di essere stato diverse volte in Italia, gli chiedo il conto. József prende un foglietto, traccia una circonferenza e la taglia in obliquo con una linea.
Non vuole nulla. “Gratis”, mi dice, sorridendo.
Insisto, ma traccia un’altra linea a formare una X sullo 0.
E alla fine mi offre un altro mezzo bicchiere di rosé, di cui é evidentemente orgoglioso.

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