Oggi è il giorno in cui realizzerò il mio sogno. Spero.
Dopo aver fatto colazione preparo il mio bagaglio, lascio la stanza dell’ostello e vado a chiedere informazioni su come raggiungere la stazione Wahedat (sud) dei minibus per poter così arrivare alla mia prossima meta.
Il proprietario mi dice che… oggi è festa. Festa nazionale. Dura qualche giorno, ma oggi è il più importante. E quindi? Quindi niente mezzi pubblici che lascino Amman.
Forse, altamente improbabile, giusto qualcuno; quasi impossibile per dove vado io. Comunque il mio partirebbe alle 11: sono le 9:45, sono in ritardo.
“Ci provo”, decido tra me e me. Così prendo l’autobus urbano che lentamente si fa strada nel traffico festivo cittadino; il tempo passa, le undici si avvicinano. Ce la farò?
A meno dieci arriviamo all’enorme autostazione: deserta.
Solo un minibus, nel mezzo, con la portiera aperta. Mi ci avvicino, è pieno di turisti. “Petra?”, chiedo, ed in coro, autista e passeggeri: “yeeees!”. C’è solo un unico, ultimo posto. Il mio.
Un sorriso soddisfatto si apre sul mio volto.
Mi siedo, chiudo la portiera. Sono le 11.
Si parte.