Dopo la faticaccia precedente oggi è giornata di passeggiate e visite tranquille.
Più o meno.
Si, perchè voglio visitare “Al Deir”, “il Monastero”. Che si trova su un altopiano e per raggiungerlo bisogna fare centinaia di scalini, oppure prendere un asino-taxi che le salga per me. Ovviamente io scarpino.
Il flusso dei turisti è enorme. Quello degli animali da soma non è molto da meno.
Arrivato in cima trovo questo grande piazzale, sul cui lato, scavato nella roccia, c’è il monastero. Al Deir fu costruito nel primo secolo ed è un esempio dello stile classico nabateo.
Faccio tante foto, ma sto aspettando un momento particolare. Le frotte di visitatori sono quasi scomparse, restiamo in pochissimi.
Arriva il tramonto. Io sole risplende i suoi ultimi raggi caldi sulla facciata del monastero. La scena è da mozzare il fiato.
Fu solo nel 1812 che Petra fu riscoperta, ad opera dell’esploratore svizzero Johann Ludwig Burckhardt. Si presentò, in abiti arabi, come un pellegrino e riuscì a farsi accompagnare all’interno dell’antica città, senza però fermarsi o prendere appunti, per non essere scoperto. La sua scoperta fu pubblicata postuma nel libro Travels in Syria and the Holy Land.
In seguito altri esploratori raggiunsero la mitica città e le prime missioni archeologiche iniziarono nel 1828. Da quel momento divenne meta di pellegrinaggio e luogo di visita.
Nel 1986 Petra è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Nel 2007, da un sondaggio fatto su 100 milioni di persone, è risultata una delle Sette meraviglie del mondo moderno.
Nel 1989 ci hanno girato Indiana Jones e l’ultima crociata.
Oggi, a malincuore, lascio questo posto mozzafiato. Entra di diritto nella mia top 5 dei posti più belli.
Sto appena andando via, voglio già tornarci.