Per viaggi lunghi, sopratutto in vista di frequenti spostamenti, vi sconsiglio altamente i jeans. Sono pesanti, ingombranti, difficili da lavare a mano e ci mettono tanto tempo ad asciugare.

Adesso pensate di dover camminare in luoghi caldi, come una città del Medio Oriente. Meglio un bel paio di short, no? Si ma… e se voleste visitare una moschea dove non sono ammessi?

Ecco la soluzione: i pantaloni modulari! Una zip ad altezza ginocchio vi permette di staccare e riattaccare molto velocemente le due parti inferiori, che potete comodamente ripiegare nello zainetto, in borsa, o anche nei tasconi dello stesso pantalone.

I miei erano della Columbia, in materiale sintetico traspirante, compattabilissimi per il trasporto senza il conseguente effetto “spiegazzato”.
Ne avevo anche un paio in cotone bianco, utilizzabile quindi per un’uscita in città senza sembrare l’Indiana Jones dei poveri.

Per raggiungere il monastero di Mar Musa, a Nabek ho fatto l’autostop: appena sollevata la mano si è fermata un’auto; il proprietario mi ha accompagnato fin sotto la gradinata, a tre chilometri dalla strada principale. Prima di salutarci mi ha mostrato una banconota da 100 lire siriane. Credevo che li chiedesse come compenso, invece me li stava regalando. Al mio primo senso di smarrimento é seguito lo stupore e un pò di commozione: voleva che mi ricordassi di lui quando fossi rientrato in Italia. Obiettivo raggiunto, signor Fadi.