Purtroppo è successo un fattaccio. Un’altra volta.
Ho perso tutte le foto del Libano, di cui almeno avete avuto un piccolo assaggio negli articoli precedenti, e tutte quelle fatte nel sud della Siria. Di Damasco ne ho pochissime, fatte negli ultimi giorni: spero vi piacciano.

Questa é la città poco dopo il tramonto. In alto a sinistra, illuminata d’oro, potete vedere la Grande Moschea degli Omayyadi:

Vista della città dal Monte Qasiun

Una moschea lungo la “via recta“, ex cardo maximus romano, alla cui estremità oggi sorge il quartiere cristiano:

Minareto

La facciata di una casa damascena:

Casa damascena

Particolare di un portone:

Particolare di un portone

Un altro portone:

Un portone di Damasco

P.s.: che una maledizione alla Alex Drastico colga il tizio che mi ha masterizzato il dvd. Vuoto.

Gesù parlava l’aramaico, una delle più antiche lingue del mondo, il cui alfabeto discende direttamente dal fenicio.
Oggi é una lingua morta. Tranne a Maaloula e in altri due villaggi nei dintorni.

In questo paesino a una cinquantina di chilometri da Damasco, di confessione cristiano melchita, sembra sia avvenuto il miracolo di Santa Tecla: la donna, scappata dalla sua famiglia che non ne approvava la conversione al cristianesimo, stava per essere catturata dai soldati di suo padre. Arrivata sulla cima di una montagna iniziò a pregare; al che la montagna si aprì permettendole di rifugiarvisi. Le reliquie della santa sono conservate nell’omonimo monastero.

Provate ad immaginare di sentire pronunciare parole dal suono antichissimo, parole che Gesù pronunciava duemila anni fa…

Maaloula