Al risveglio nel deserto (qui la precedente puntata), intorno alle 7, quando l’aria è ancora abbastanza fredda, mi metto all’opera per ripulire il mini accampamento, sistemo griglia, sacchetto di carboni, acqua e quant’altro nel bagagliaio e mi accorgo che… ho una ruota a terra.
Si, completamente sgonfia.
Non mi perdo d’animo: svuoto nuovamente il bagagliaio e prendo la ruota di scorta. Torno al bagagliaio per prendere il crick, ma non c’è. Sono senza crick.
A quel punto capisco che mi resta da fare solo una cosa: andare a piedi fino al paese e chiedere aiuto. L’acqua non mi manca (ne ho una ventina di litri) e non fa nemmeno troppo caldo; 25 km si fanno in 4 o 5 ore, penso, e basta andare a sud orientandosi con il sole appena sorto. Sistemo tutto nel bagagliaio, per la seconda volta, tranne 4 bottiglie d’acqua ed il mio zaino quando, all’orizzonte, scorgo una nuvoletta di polvere. Si avvicina. È un veicolo bianco, corre su un tracciato parallelo. Inizio a gridare e saltare agitando le braccia, muovendo il mio zaino colorato. La nuvoletta è sempre più vicina, é un pick-up! L’autista si accorge di me, cambia direzione tagliando in diagonale e mi si ferma davanti.
Dall’auto scendono un signore anziano, vestito con la tunica bianca e il keffieh, ed un ragazzo, forse il figlio o il nipote. Non conoscono una parola in inglese, ma gli mostro la ruota sgonfia e a gesti gli faccio capire che non ho il crick.
Subito il ragazzo prende il loro ed entrambi mi danno una mano a cambiare il pneumatico, che è praticamente tagliato. Li ringrazio, offro loro del succo di frutta e gli chiedo (diciamo così) quanto disti Qasr Burqa. L’anziano mi fa cenno di seguirli, mi ci portano loro, fantastico!
Dopo 5, al massimo 10 km, scorgo le nere macerie del fortino. Mancava davvero poco la sera precedente.
Qasr Burqa, Giordania
Fu costruito nel 3° secolo dai romani (sempre loro, sembra abbiano costruito dappertutto) allo scopo di proteggere una diga. Già, una diga nel bel mezzo del deserto, per abbeverare le carovane che transitavano tra la Siria e l’Arabia. Un’oasi artificale.
oasi Qasr Burqa
Successivamente divenne un monastero, durante il periodo bizantino. Quello che ne rimane sono appunto parti delle mura e blocchi di basalto. Ed un laghetto, sempre più piccolo, ricordo di antiche soste di cammelli, cavalli e uomini.
Ed ecco a voi i miei salvatori:
Il mio salvatore a Qasr Burqa
ragazzo arabo a Qasr Burqa
Nelle guide e suggerimenti che si trovano in giro, anche online, si consiglia di essere auto-sufficienti e pronti ad ogni situazione. Ma anche di andarci con qualcuno del posto e con una 4×4…
Eccola, la mia fuoristrada!
Hyunday
Still in the desert: Houston, we’ve had a problem here!
Upon awakening in the desert (hence the previous episode), at around 7 a.m., when the air is still pretty cold, I start out to clear the mini-camp, arrange grill, charcoal sack, water and other things into the trunk and I find that … I have a flat tire.
Yes, totally deflated.
I do not lose heart: I empty the trunk again and take the spare wheel. I go back to get the jack, but there’s not. I have no jack.
At that point I realize that I can do only one thing, walking to the village and ask for help. I don’t miss water (I have about twenty liters) and it’s not too hot; they are 25 km, I can do that in 4 or 5 hours, I think. I’ve to go south, orienting with the just risen sun. I arrange all in the trunk, for the second time, ?
4 bottles of water and my backpack, when on the horizon, I see a cloud of dust. It comes closer. It’s a white vechicle, running on a parallel track. I start screaming and jumping, waving my arms and moving my colored backpack. The cloud is getting closer and closer, is a pick-up! The driver sees me, it changes direction, cutting diagonally and stops in front of me.
An elderly man, dressed in a white tunic and traditional keffieh, and a boy, perhaps his son or grandson, get off the car. They don’t know a word in English, but I show him the flat tire and by gestures I make him understand that I do not have the jack.
Immediatly the boy takes their one and they give me a hand to change the tire. I thank, offer them some juice and I ask (if I can say) how far away Qasr Burka is. The old man beckons to follow them, they’re going to bring me there, fantastic!
After 5, at most 10 km, I see the black ruins of the fort. I lacked really a little the night before.
Qasr Burqa, Jordan
It was built in the 3rd century by Romans (everywhere them, it seems they have built in every place on Earth) to protect a dam. You got it, a dam in the middle of the desert, to water the caravans that passed between Syria and Arabia. Pratically an artificial oasis.
Qasr Burqa oasis
Later it became a monastery, during the Byzantine period. What remains are indeed parts of the walls and basalt blocks. And a smaller and smaller lake, memories of ancient stops of camels, horses and men.
And here you are my saviors:
My arab savior in Qasr Burqa
Arab boy in Qasr Burqa
Guides that you can find also online, suggest to be self-sufficient and ready for any situation if you go to Qasr Burqa. And also to go with some local by a 4WD…
Here it is, my jeep!
Hyunday