A Damasco, in un negozio di keffieh di buona fattura, dove molto orgogliosamente ho comprato la mia con i bordi ricamati, ho incontrato un uomo, accompagnato da altri due, intento a comprarne una palestinese. I tre, socievolissimi, erano yemeniti e mi hanno aiutato a contrattare, facendomi ottenere un buonissimo prezzo. Quando ho chiesto al più anziano il suo lavoro, mi ha risposto che era un membro del parlamento yemenita. Sono rimasto sorpreso e ovviamente gli ho detto che avrei voluto visitare il suo paese ma che al momento non mi sembrava opportuno, vista la situazione. Si é scusato, visibilmente amareggiato.
Ma vi immaginate di incontrare un politico italiano in un negozio?
Che so, andare nella bottega sotto casa ed incrociare Fassino che prende 4 acciughe sotto sale, o Ghedini in una fumetteria che compra un poster di Montgomery Burns?
O magari Capezzone, in un negozio di…
Il keffieh
febbraio 16th, 2011 | Posted by in Abbigliamento ed equipaggiamento | Cose sparse - (3 Comments)Gironzolando per Damasco e sbirciando nelle stradine e negli anfratti meno turistici mi sono imbattuto in un laboratorio di confezionamento di keffieh.
Il keffieh é il copricapo tradizionale arabo maschile, usato dallo Yemen alla Giordania, dalla Siria all’Arabia Saudita, dal Bahrain all’Oman, portato in differenti fogge e stili.
Ad esempio quello tutto bianco é tipico dei paesi del Golfo, quello bianco e rosso é usato dai sauditi, dai siriani e dai giordani. Quello bianco e nero, forse il più famoso, é ovviamente palestinese.
Inoltre anche l’agal, il cerchietto usato per mantenerla, cambia in base alla provenienza. In Iraq é spessissimo, enorme; in Giordania i fili che lo compongono sono tutti intrecciati. In alcune parti del Golfo é colorato.
Ciò però non implica che gli abitanti di un paese indossino esclusivamente i capi originari dello stesso. Tutto dipende dal proprio gusto.
E ce ne sono anche di moderni, come uno tutto stiloso che ho visto in un negozio chic, color panna e con i disegni geometrici violetti.
Il keffieh nasce con scopi pratici: per proteggere dai raggi del sole e per coprire occhi e bocca dal vento e dalla sabbia dei deserti.
Per quanto riguarda i disegni geometrici, ce ne sono due basilari: uno ricorda una rete da pesca, l’altro chicchi di grano. Sembra che esistano dai tempi della Mesopotamia.