Dopo Hama sono tornato ad Aleppo, da cui volevo raggiungere il Qalat Jabar, una cittadella situata sul lago Assad, sull’Eufrate. Quindi ho preso un bus in direzione Raqqa e sono sceso ad Ath-Thaura, da dove avevo intenzione di prendere un mini-bus o fare l’autostop o… camminare.
All’arrivo qualcuno mi chiede il passaporto. Credo si tratti di un poliziotto con abiti civili. Subito vengo preso di mira da qualche tassista che mi propone di accompagnarmi e di aspettare e riportarmi indietro. Ma non ho intenzione di spendere tanto, anche perche’ prendero’ altri mezzi in giornata.
Quando faccio presente al poliziotto di non voler prendere il taxi mi dice che e’ l’unico modo. Gli dico che non posso permettermi di spendere tutti quei soldi, insisto che voglio camminare; ma dice che non e’ possibile. Non si sa il perche’.
Cosi’, annoiato, decido di tralasciare questa meta.
Ma subito si avvicina un altro tassista proponendo una tariffa migliore: ci ripenso e dico di si. A quel punto il poliziotto mi si avvicina e dice che no, non ci posso andare, che “il quel taxi e’ rotto”…
Ok, va a quel paese, penso. Qalat Jabar sara’ per un’altra volta.