Da Ath-Thaura, dopo aver tentato di raggiungere Qalat Jabar, prendo un minibus per Al-Mansoura. All’arrivo chi mi ritrovo? Il poliziotto in abiti civili! Mi aveva detto che avrei dovuto prendere un taxi anche per raggiungere la mia meta successiva. E’ venuto a controllarmi?
Faccio finta di non vederlo e cerco un mezzo. E’ l’una e gli studenti escono da scuola: la strada e’ gremita di divise azzurre. Chiedo a tre di loro come arrivare a Rasafa e mi accompagnano ad un camion col cassone scoperto. Parlano con l’autista e mi fanno salire sul cassone, insieme ad un’altra decina di studenti. Chiedo ai tre quanto costa, ma hanno gia’ pagato loro, 25 lire, e non ne vogliono sapere di prendere soldi da me. Sono solo degli studenti, giovanissimi…
E adesso si parte.
Lungo la strada incrociamo qualcuno:
E poi una piccola tromba d’aria:
Questo lo scenario circostante:
Uno studente torna a casa:
Manca poco…
Finalmente si scorgono le mura:
Esistente gia’ da prima del decimo secolo avanti Cristo, Rasafa e’ menzionata nel Vecchio Testamento come Rasaph. Trovandosi sulla famosa Via della Seta e’ stata soggetto di numerosi attacchi. Raggiunse l’apice durante la dominazione romana.
Questa e’ la vista dall’interno:
Queste sono le mura viste dall’interno. La citta’ e’, o meglio era enorme:
Le uniche rovine che ancora diano l’idea di qualcosa sono quelle della chiesa di S. Sergio:
Per tornare, ovviamente, non ci sono mezzi pubblici. Cosi’ faccio l’autostop. Dopo un quarto d’ora e pochissimi automezzi si ferma un camioncino. All’arrivo ad Al-Mansoura l’altro passeggero paga la corsa (le solite 25 lire, circa 30 centesimi di euro). Io ho solo un taglio grosso, cosi’ l’autista mi offre il viaggio.
Rasafa e’ una delle perle della Siria, per la maestosita’ delle mura, per il deserto circostante e perche’ non e’ molto battuta dai turisti. Da non perdere.